Data di Nascita | 28 luglio 1833 |
Luogo di Nascita | Montemerlo (frazione di Cervarese Santa Croce – Padova) |
Data di Morte | 20 maggio 1862 |
Luogo di Morte | Firenze |
Professione | |
Campagne militari | Campagna del 1860 |
Figlia di Antonio e Maria Lucca, nacque nel Veneto asburgico, e precisamente nel paese di Montemerlo (oggi una frazione del comune padovano di Cervarese Santa Croce) in «contrà della Fossona n. 165».
Compagna di Bartolomeo Marinello, condivise con lui ideali liberali e patriottici: difatti, dopo la firma dell’armistizio che poneva termine ai combattimenti della Seconda guerra d’Indipendenza, i due lasciarono i territori asburgici riparando a Modena. Qui Masanello guadagnava quanto necessario per sopravvivere svolgendo il mestiere di “brentajo”, ovvero costruttrice di brente: un attrezzo usato per fare il bucato.
Desiderosi entrambi di partire al seguito di Giuseppe Garibaldi, che nella primavera del 1860 stava apprestando la Spedizione dei Mille, Masanello e Marinello giunsero però a Genova troppo tardi per imbarcarsi con l’Eroe dei Due Mondi. I due però, riuscirono molto probabilmente a partire per la Sicilia con la spedizione guidata da Gaetano Sacchi, composta da circa duemila volontari salpati il 19 luglio a bordo del piroscafo “Torino”. Sbarcati pochi giorni dopo a Palermo, Masanello e Marinello si aggregarono alle camicie rosse subito dopo la battaglia di Milazzo. Per riuscire ad arruolarsi, Masanello si fece passare per uomo, assumendo il cognome del marito: “Antonio Marinello” fu così inquadrato, insieme a Bartolomeo, nel 3° Reggimento della Brigata “Sacchi”, ascendendo probabilmente fino al grado di Caporale dell’Esercito meridionale. Antonia e Bartolomeo seguirono l’armata garibaldina fino al suo scioglimento, nel novembre successivo: i due tornarono a Modena, quindi si diressero a Firenze, dove presero dimora in «una delle più umili casette che sono alla Piazza dè Marroni» (oggi l’intera area del mercato vecchio non esiste più, al suo posto sorse quella che è l’odierna piazza della Repubblica).
Ammalatasi di tisi quasi certamente a causa delle fatiche di guerra, Masanello morì il 20 maggio 1862. Balzata agli onori delle cronache, il patriota e poeta trevigiano Francesco Dall’Ongaro le dedicò i seguenti versi, che divennero poi la sua epigrafe nel Cimitero delle Porte Sante, dove fu tumulata:
«L’abbiam deposta la garibaldina / All’ombra della torre a San Miniato / Colla faccia rivolta a la marina / Perché pensi a Venezia e al nido amato. / Era bella, era bionda, era piccina. / Ma avea cuor da leone e da soldato. / E se non fosse che era nata donna / Porteria le spalline e non la gonna / E poserebbe sul funereo letto / Colla medaglia del valor sul petto. / Ma che fa la medaglia e tutto il resto? / Pugnò con Garibaldi e basti questo».
Successivamente, questi versi furono musicati da Carlo Castoldi, divenendo uno stornello molto popolare.
Sul finire del 1957, a seguito della rovina del bastione di ponente del Cimitero delle Porte Sante, la lapide di Dall’Ongaro rimase gravemente lesionata: al contempo, riemerse anche la cassetta contenente le spoglie della «leonessa veneziana». Questi cimeli furono pertanto rimossi e conservati in un magazzino del Cimitero. Nel dicembre successivo Mario Menesini (allora presidente della federazione toscana dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini) chiese ed ottenne dal commissario prefettizio Lorenzo Salazar l’autorizzazione al trasferimento e ricollocazione dei resti e della lapide dedicata a Masanello nel quadrato di Trespiano, «ove sono sepolti i garibaldini del 1° risorgimento italiano e via via anche quelli che seguendo la gloriosa tradizione combatterono in Grecia, nelle Argonne, nella [guerra] 12/18 agli ordini dei Garibaldi. Quale migliore sistemazione di questa lapide ove è incisa la patriottica poesia del poeta Francesco del Longaro [sic]: così almeno la piccola Eroina si troverà in spirito fra i suoi commilitoni». Il 3 maggio 1958 la lapide fu affissa nell’ultima parete libera alla base del pennone, sotto la quale fu interrata l’urna con le sue spoglie
In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, furono murate due lapidi in memoria di Masanello: la prima sulla sua casa natale di Montemerlo, con un’epigrafe che recita: «In questa casa il 28 luglio 1833 / ebbe i natali / Antonia Masanello. / Donna animata / da ideali risorgimentali / che si unì alla Spedizione dei Mille. / Nel 150° dell’Unità d’Italia / l’amministrazione comunale di / Cervarese Santa Croce / pose a perenne memoria». La seconda, a cura del Comune di Firenze, fu posta nel suo primo luogo di sepoltura, ovvero il Cimitero delle Porte Sante presso la Basilica di San Miniato al Monte, riportando proprio i versi che Francesco Dall’Ongaro le aveva dedicato.
A.S.
FONTI e BIBLIOGRAFIA: A. Espen, Sulle tracce della «guerriera» di Garibaldi: Antonia Masanello da Montemerlo in “Terra d’Este”, n. 41 (2011), pp. 25-49; Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini – sezione di Firenze, b. “1957-1958-1959”: fasc. “1958”; fasc. “Garibaldini. 1957. II° Semestre”; A. Espen, Antonia Masanello da Montemerlo, voce consultabile sul portale dell’“Enciclopedia delle donne” al link http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/antonia-masanello-da-montemerlo/ [ultimo accesso: 9 agosto 2021]. Scheda redatta il 9 agosto 2021.