La relazione di Tommaso Rossi (2025)

Il lavoro che si presenta è stato possibile grazie a una Borsa erogata dall’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini “G. Garibaldi” (ANVRG) nel 2024, finalizzata a proseguire e concludere la ricerca avviata nel 2021 e realizzata a cura di Isabella Insolvibile (d’ora in poi DB 2021), grazie al finanziamento disposto l’anno precedente dal Ministero della Difesa per il progetto “Per non dimenticare: la Resistenza dei militari italiani della Divisione Garibaldi in Montenegro (1943-1945)”.

Si è proceduto innanzitutto all’esame del portale “I Partigiani d’Italia. Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza” (https://partigianiditalia.cultura.gov.it/), che contiene in forma digitale gli schedari conservati nel fondo Ricompart presso l’Archivio Centrale dello Stato. Quanto alla Commissione Estero, esso presenta un complesso di 61.333 nominativi passati al vaglio da questa e dalle successive istanze deputate a giudicare in merito al riconoscimento della qualifica di partigiano o di patriota e all’elargizione di ricompense.

Se il dato relativo alla classe di età rappresenta la più evidente novità rispetto al DB 2021, in quanto la principale fonte allora utilizzata non contiene questa informazione, quanto alle notizie già disponibili il riscontro con il Ricompart non ha evidenziato variazioni numeriche di notevole rilevanza in ciascuno degli ambiti presi in considerazione, al netto di quanto verrà indicato, caso per caso, nel seguito di questa relazione. Ha però consentito di precisare ulteriormente alcuni elementi, nell’ottica del raggiungimento del maggior dettaglio possibile, permettendo allo stesso tempo di procedere a una serie di osservazioni e valutazioni. A livello di gerarchia delle fonti, è stato assunto il criterio della prevalenza dei dati Ricompart su quelli presentati nel DB 2021, in caso di discrepanza o conflitto fra questi. Quanto alla base dati assunta come primaria, si precisa che è stato trattato sia quanto presente sulla scheda redatta dalla Commissione, presentata in forma digitale in tutte le sue facciate nel portale “I Partigiani d’Italia”, sia le informazioni che in ciascuna pagina sono state aggiunte, a corredo della scheda stessa, dal gruppo di ricerca che ha lavorato alla creazione di quel portale. Non infrequenti, per quanto in numero non ragguardevole, sono per la Commissione Estero alcune incongruenze e/o incompletezze fra quella che chiameremo «Scheda Ricompart» e quello che verrà indicato come «DB Ricompart», non una mera trascrizione ma il luogo dove si era cercato anche di completare informazioni parziali o correggere quelle evidentemente errate. In ciascuno dei suddetti casi, l’utente di questo portale ANVRG troverà tutte le necessarie informazioni in merito alle eventuali discrepanze sia con il DB 2021, sia all’interno della fonte Ricompart (intendendo sia la Scheda che il DB), con indicazione – laddove è stato possibile – di una verosimile soluzione.

Dati complessivi

Con differenza in difetto di sole 10 unità rispetto al DB 2021, il numero complessivo dei censiti come combattenti della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi in Jugoslavia (d’ora in poi Garibaldi) ammonta a 6.139, dei quali 6.106 sono stati identificati con certezza. Lo scarto rispetto al DB 2021 è imputabile essenzialmente alle eventuali ripetizioni di uno stesso nominativo, accertate come tali grazie al Ricompart.

In questo DB 2024 l’identificazione non è perciò avvenuta con certezza in 33 casi, dei quali:

  • 2 hanno dati-chiave mancanti;
  • 3, compresi nel DB 2021, hanno una Posizione Ricompart di norma non riferita a combattenti nella Garibaldi in Jugoslavia, ma a partigiani italiani in altri territori esteri;
  • 28 sono coloro i quali non hanno trovato riscontro nel Ricompart, nonostante l’applicazione di diversi criteri di ricerca che tenessero conto anche del minimo errore nelle successive trascrizioni dei nomi. Va precisato che alcuni di questi 28 potrebbero, tuttavia, rappresentare ripetizioni di nominativi già esistenti, o soltanto diversi in minimi dettagli che si ritiene non pregiudichino comunque l’effettiva identificazione.

Le specifiche circostanze che impediscono al momento la piena identificazione sono, di volta in volta, indicate in apposito spazio in questo portale.

Classi di età

L’anno di nascita è disponibile nel 90% circa dei casi, essendo 592 coloro i quali non posseggono questo dati1. Più numerose, ma non considerate in questa relazione, sono le circostanze in cui la data di nascita presenta solo l’anno, non anche il mese e il giorno.

Le classi di età interessate vanno dalla 1881, con il combattente più anziano della Garibaldi nella persona del colonnello medico Icilio Bocchia, fino ai 7 che il Ricompart indica, in modo con tutta evidenza erroneo, come appartenenti alle classi dal 1926 al 1931. È prevedibile che ciò dipenda da un errore originario nella fonte, laddove il presunto anno di nascita, ad esempio, 1928 può essere il 1908 o il 1918. Nel contempo, si ritiene di poter considerare veritiera la classe di età attribuita ai 15 nati nel 1924 e ai 5 dell’anno successivo. Problematiche sorgono, altresì, considerando il grado talvolta attribuito ad alcuni delle classi più anziane: se, infatti, è del tutto normale che un ufficiale – tanto più se superiore – avesse anche oltre i 50 anni, si ritiene meno plausibile la presenza di un soldato semplice della classe 1884. Anche in tali circostanze, in questo portale sono segnalate le incongruenze e i dubbi.

Le classi di età maggiormente rappresentate, come d’altronde prevedibile, sono la 1920 (646) e la 1921 (640), con una tendenza in calo ma comunque mantenuta su un livello alto nei due anni successivi (426 della 1922 e 365 della 1923).

Un elemento che tuttavia si ritiene necessario sottolineare è la consistente presenza di uomini delle classi progressivamente meno giovani, considerando che ammontano a 3.178 i nati fra il 1910 e il 1919. Questo a fronte di un numero comprensibilmente esiguo (48) di nati fra il 1881 e il 1899, con una curva crescente – benché ancora contenuta in termini assoluti (da 7 a 47) – nel primo decennio del XX secolo, per un totale in quest’ultimo periodo di 215 unità.

In conclusione su questo aspetto, si ritiene opportuno suggerire l’approfondimento, almeno bibliografico, delle vicende costitutive e ordinamentali delle quattro Divisioni che costituirono il XIV Corpo d’Armata di stanza in Montenegro fra l’aprile 1941 e il settembre 1943, senza dubbio almeno della Venezia e della Taurinense, per verificare l’attinenza con quei processi dell’accertata rilevante presenza di classi meno giovani nella Garibaldi. Un approfondimento mirato, innanzitutto, alla conoscenza di quelli che erano gli specifici distretti di arruolamento delle precedenti Divisioni, anche per verificare una tendenza che pare emergere da questa ricerca, ossia che i partigiani delle classi meno giovani provenissero in proporzione significativa da quelle aree principalmente interessate dall’arruolamento nella Venezia e nella Taurinense, quindi alcune province toscane e piemontesi.

Perdite

Gli accertamenti operati mediante il Ricompart hanno dato come risultato uno spostamento infinitesimale, nell’ordine di 2-3 unità complessive, rispetto al DB 2021; altrettanto irrisoria è la differenza nei parziali per categoria.

L’unica cifra non ancora definitiva è quella dei Caduti, 419 o 420 (+ 4-5 rispetto al DB 2021), mentre i Dispersi sono 175 (- 2 rispetto al DB 2021, per intervenuta dichiarazione di morte nei suddetti due casi), 3 gli Invalidi (+ 1), 2 i Mutilati (=).

Gradi

In linea di continuità con l’ambito precedente, a partire da un soltanto minimo scostamento numerico in termini assoluti (così inoltre da confermare la conclusione presente nel DB 2021 secondo cui i due terzi dei Caduti della Garibaldi non appartenevano ai quadri ufficiali), è quello del grado posseduto da questi partigiani nel Regio Esercito, fino al settembre 1943. È necessario a tale proposito precisare che la fonte digitale Ricompart molto raramente evidenzia questo dato. In numero solo leggermente superiore di casi presenta invece, in calce alla scheda e manoscritte, notizie in merito all’eventuale grado superiore attribuito in virtù della militanza partigiana.

I 5.844 uomini di cui si conosce il grado2 (ammontando perciò a 295 coloro per i quali il dato non è disponibile) sono così ripartiti:

  • 426 ufficiali superiori e inferiori (dei quali 418 provenienti dall’Esercito, 6 dall’Aeronautica, nessuno dalla Marina, 1 ciascuno da Carabinieri e Guardia di Finanza).
  • 646 sottufficiali (dei quali 560 provenienti dall’Esercito, 13 dall’Aeronautica, 5 dalla Marina, 23 dai Carabinieri e 6 dalla Guardia di Finanza; 39 sono i casi, tutti di sottufficiali, dei quali non è precisata l’appartenenza).
  • 3.544 graduati e truppa (dei quali 3.319 provenienti dall’Esercito, 27 dall’Aeronautica, 12 dalla Marina, 126 dai Carabinieri, 57 dalla Guardia di Finanza).

La proporzione è mantenuta all’interno di ogni singola Arma.

  • 2 sono registrati come «Partigiani» e 1.218 genericamente come «Garibaldini».

In aggiunta, ciascuna delle cinque Armi fornisce uomini alla Garibaldi nelle seguenti proporzioni:

  • Esercito: 5.517 (di cui oltre il 10% [598] sono con certezza Alpini, semplici oppure genieri o artiglieri);
  • Aeronautica: 46;
  • Marina: 17;
  • Carabinieri: 153;
  • Guardia di Finanza: 64.

Una tendenza emersa dai dati relativi al luogo di residenza permette di ipotizzare, pur richiedendo ulteriori e ancor più approfondite verifiche caso per caso, che un certo numero di partigiani della Garibaldi abbia, dopo il rientro in Italia, optato per rimanere (o entrare ex novo) in servizio presso il Corpo nel quale aveva militato (o al quale era stato assegnato) fino all’8 settembre 1943. La questione risulta evidente grazie ai cambi di residenza fra diverse aree dell’Italia settentrionale e, verosimilmente in numero anche maggiore, per spostamenti dall’Italia meridionale verso il Centro (a cominciare da Roma) e il Nord, o semplicemente per trasferimento da località di provincia al capoluogo. La riprova, fino a questo livello di approfondimento, è fornita dal fatto che un certo numero di ex partigiani della Garibaldi risulta risiedere in caserme o comandi dell’Esercito, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza.

Luoghi di nascita e di residenza

Riguardo alla questione della provenienza geografica dei partigiani della Garibaldi, premesso che questa seconda fase della ricerca ha portato a una sostanziale conferma dei dati e delle corrispettive valutazioni proposte nel DB 2021, si è scelto di differenziare l’ambito della nascita da quello della residenza, intendendo con ciò valorizzare certe differenze più evidenti e numericamente significative. Per i criteri adottati nella definizione e nella denominazione delle circoscrizioni provinciali, si rimanda alla Nota redazionale.

Una tabella con accostamento dei luoghi di nascita a quelli di residenza, sulla base dei dati aggregati a livello regionale e proposti in ordine decrescente, può risultare utile per approcciare la questione avendone un immediato riscontro numerico.

Regione NASCITARESIDENZA
Valle d’Aosta73107
Piemonte1.2401.427
Liguria3757
Lombardia459507
Trentino Alto Adige2237
Veneto345326
Friuli Venezia Giulia5556
Emilia Romagna324363
Toscana1.3031.501
Marche11994
Umbria168183
Lazio219348
Abruzzo9889
Molise3236
Campania261246
Puglia223232
Basilicata5054
Calabria131129
Sicilia217216
Sardegna4538
Non indicato53846
Incerto96/
Possedimento italiano o colonia fino al 194521/
Estero627

Lo scarto ragguardevole nei casi di mancata indicazione, positivo in favore del luogo di residenza (conosciuto grazie alla principale fonte utilizzata per il DB 2021, assente invece dalle schede Ricompart), non può comunque pregiudicare alcune considerazioni che la visione in simultanea consente di fare.

Innanzitutto, prendono residenza in Italia coloro i quali erano nati in colonia (1 nella Somalia italiana, 3 in Libia) o in territori persi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, dei quali 3 nell’attuale Slovenia, 14 nell’attuale Croazia (in particolare Istria, ma anche Fiume e costa dalmata).

Ancora più interessante è il caso dei propriamente nati all’estero, ossia da famiglie emigrate in territori che stranieri erano e tali sono rimasti, casistica che abbraccia poco più dell’1% dei 6.139 partigiani della Garibaldi. La metà di costoro è nata nel continente americano, con parità pressoché perfetta fra Nord e Sud, in particolare negli USA (14) e in Argentina (9), a testimoniare una scelta migratoria presumibilmente non recente, riferibile alle grandi ondate transoceaniche di fine XIX secolo. L’altra parte, quindi i figli dell’emigrazione in Europa, tendenzialmente più vicina nel tempo, proviene per la metà circa (12) dalla Svizzera, in numero relativamente esiguo (5) dalla Francia. Sulla base del luogo di successiva residenza, è possibile ipotizzare la provenienza dalla famiglia, che, riferendosi di nuovo al totale della compagine dei nati all’estero, è in quasi la metà dei casi il Piemonte. Decisamente ridotto, nell’ordine di 3 unità accertate, è il numero di coloro per i quali risulterebbe, sempre in base al luogo di successiva residenza, la provenienza dall’Italia meridionale, mentre è di poco superiore quello dell’Italia centrale.

Gli altri spostamenti numerici fra il luogo di nascita e quello di residenza possono essere motivati da un normale, per quanto ancora ridotto considerando che i dati sono riferiti a un tempo non successivo alla fine degli anni Quaranta, flusso migratorio interno al Paese. La ragione di un incremento così significativo in una realtà come il Lazio, che riguarda pressoché per intero la sola provincia di Roma, può verosimilmente essere rintracciata in un elemento anticipato, ossia l’arruolamento nell’Esercito, nei Carabinieri o nella Guardia di Finanza di ex partigiani della Garibaldi, indipendentemente dall’avervi prestato o meno servizio in precedenza. È tangibile una maggioranza di casi del genere per ex partigiani provenienti dalle province dell’Italia meridionale, mentre non è ancora percepibile il grande flusso migratorio da Sud a Nord che sarebbe iniziato con gli anni immediatamente successivi a quelli a cui si riferiscono i dati in nostro possesso.

Sempre in merito ai luoghi di nascita, in termini generali e in una prospettiva regionale viene confermato quanto emerso grazie al DB 2021, ossia l’assoluta prevalenza di Toscana e Piemonte, che insieme forniscono oltre il 40% dei partigiani della Garibaldi; comunque provenienti da tutte indistintamente le province italiane. Quanto ai luoghi specifici nelle due regioni indicate, in Toscana si nota una maggiore concentrazione in determinate aree, o comunque in alcuni comuni, mentre in Piemonte c’è maggiore dispersione, per di più tendenzialmente omogenea, in tutto il territorio regionale. Ad esclusione – per il momento – dei capoluoghi, mentre per il Piemonte si può notare una certa ricorrenza dei Comuni torinesi di Vische, Settimo Vittone e Courgné, ma sono comunque decisamente numerosi i Comuni delle altre Province con un elevato numero di partigiani originari, volgendo l’attenzione sulla Toscana la situazione si modifica. Al netto della prevalenza del capoluogo, in provincia di Firenze mostrano un numero elevatissimo di casi i Comuni collinari o appenninici di Vicchio, Borgo San Lorenzo, Scarperia e San Piero. Altrettanto concentrato è il quadro in provincia di Lucca, con prevalenza di Buggiano e Ponte Buggianese, mentre Pistoia denota una maggiore diffusione su tutto il territorio. Considerazioni analoghe a quelle fatte per la provincia di Firenze possono essere ripetute per quella di Arezzo, dove una significativa quantità di partigiani della Garibaldi proviene dai piccoli Comuni di Poppi e di Pratovecchio – Stia.

Rispetto ai dati regionali, a livello provinciale il primato passa per poche unità da Firenze a Torino, invariabilmente dal considerare l’attuale o la precedente configurazione di entrambe le giurisdizioni provinciali.

Altro elemento che si ritiene significativo sottolineare è che non risulta una tendenza omogenea nella prevalenza di partigiani provenienti dalla maggiore città, e di conseguenza provincia, all’interno delle diverse aree regionali. Prevale, talvolta anche con ampio margine, quello che in futuro sarebbe divenuto il capoluogo di regione solo in Piemonte, Trentino Alto Adige, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania e Basilicata. Negli altri territori meritano una menzione i casi della Lombardia, dove primeggia di gran lunga la provincia di Varese (147) rispetto fra l’altro a quella di Milano (65); del Veneto, dove Venezia (30) è solo la penultima fra le sette province; del Friuli Venezia Giulia, dove dalla provincia di Udine provengono cinque volte tanti i partigiani originari del Triestino e del Goriziano; dell’Emilia Romagna, dove la provincia di Piacenza sfiora le cento unità a fronte delle sole 63 dal Bolognese. Oltre a una serie di realtà in cui emerge un sostanziale equilibrio, spiccano tre casi in Italia meridionale: la Puglia, dove la provincia di Foggia supera Bari anche considerando l’estensione precedente allo scorporo di Barletta – Andria – Trani; la Calabria, dove Cosenza sopravanza con ampio margine non solo Reggio Calabria, ma anche Catanzaro considerando la provincia prima dello scorporo di Crotone e di Vibo Valentia; la Sicilia, dove Palermo risulta doppiata sia da Catania che da Agrigento.

Ulteriori indicazioni possono essere proposte tramite valutazioni all’interno di ciascuna provincia, considerando il rapporto numerico fra coloro che provengono dal capoluogo e dal resto del territorio. In termini generali la costante è quella della provenienza in numero, anche sensibilmente, maggiore dalla provincia rispetto al capoluogo. A Torino, per esempio, il rapporto è di 513 contro 60, con proporzioni anche più elevate nel resto della regione. Le eccezioni sono poche, ancorché significative, in quanto il rapporto si inverte nei casi di Roma, Napoli e Palermo. Lo stesso accade a Massa Carrara, considerando la somma delle due città rispetto ai comuni della provincia e, seguendo lo stesso criterio, per Barletta – Andria – Trani. Vi è una sostanziale parità, infine, nei casi di Milano e Prato, quest’ultima allora interamente compresa nella provincia di Firenze. Gli ultimi due casi rilevati, Trieste e Gorizia, vanno considerati a sé stanti per diverse ragioni, oltre che numericamente poco più che irrisori. Qui un numero di gran lunga più consistente, in questa ricerca verificato a campione nel DB Ricompart per le lettere A e B iniziali del cognome, risulta aver partecipato alla Resistenza in Jugoslavia ma non in formazioni “italiane” come la Garibaldi o la Divisione “Italia”, nate da precedenti reparti del Regio Esercito, bensì direttamente all’interno dell’EPLJ; venendo come tali riconosciuti dalla Commissione Estero.

Riguardo ai luoghi di residenza, ci è sufficiente limitarsi ad ulteriori indicazioni rispetto agli elementi già sottolineati. Innanzitutto, spicca in positivo il numero decisamente esiguo di casi in cui non è presente il dato, 46 rispetto ai 538 in cui a mancare era il luogo di nascita, a cui va aggiunta la totale assenza di attribuzioni incerte. Considerando in larga parte prevedibile l’assenza di possedimenti o colonie (ormai ex) come luogo di residenza, a vivere ancora all’estero sono in 7, rispetto ai 62 che vi erano nati. Di questi 7, uno risiede nei pressi di Fiume / Rijeka, ma non è noto il luogo di nascita; sempre in Croazia, in due sono residenti a Zara, loro città di nascita. Nel resto di quella che allora era la neonata Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, vi è poi il caso di un residente a Castelnuovo di Cattaro / Herceg Novi, sua città natale. Dell’unico caso di residente in Francia, Dipartimento Moselle, non è noto il luogo di nascita, mentre uno soltanto risiede in Svizzera, precisamente a Pontresina, dove era anche nato. A completare questo esiguo gruppo c’è un caporale maggiore classe 1920, originario di Tarquinia (RM) e residente in Albania.

In analogia con quanto anticipato relativamente ai flussi migratori extra provinciali ed extra regionali, accostando i dati sui luoghi di residenza a quelli di nascita, non si rileva nemmeno un particolare spostamento interno alle singole province, da intendersi in direzione del capoluogo, a testimoniare un processo di inurbamento non ancora avviato almeno nelle dimensioni massicce che avrebbe assunto negli anni Cinquanta e nella prima metà dei Sessanta.

Prospettive di ricerca archivistica

Come da accordi con il Comitato scientifico della Borsa 2024 all’atto dell’avvio di questo lavoro, si è proceduto a una prima rassegna dei patrimoni archivistici degli Istituti storici afferenti alla Rete dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, nell’ottica di trarre una prima indicazione, almeno di massima, sulla conservazione o meno da parte dei suddetti Istituti di documentazione cartacea o iconografica inerente i partigiani della Garibaldi.

Alla ricerca nei siti web di ciascuna di quelle istituzioni, che ha permesso poterne tralasciare alcune, è seguito il contatto diretto con le figure responsabili di ciascun archivio, nell’intento di avere innanzitutto conferma della conservazione di materiale riguardante la Garibaldi e i suoi partigiani, ma anche di avere qualche informazione in più, descrittiva e analitica, sui caratteri di questo specifico patrimonio.

Di seguito le indicazioni ricevute entro aprile 2025 dagli Istituti che hanno confermato di possedere documentazione riguardante la Garibaldi in Jugoslavia:

Piemonte

Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Torino).

Andrea D’Arrigo, responsabile archivio Istoreto, segnala che conservano soltanto, in copia, le interviste realizzate da Eric Gobetti a ex partigiani della Garibaldi per il documentario Partizani. La Resistenza italiana in Montenegro.

Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo.

Fondo Michele Musso. Il fondo (quasi unicamente fotografico) è costituito dalle fotografie scattate da Michele Musso, militare di leva, classe 1917, assegnato all’84° reggimento di fanteria in cui prestò servizio dal gennaio 1941 al settembre 1943 per poi passare come partigiano nella “Garibaldi”. Rimase con la Resistenza sino al rientro in Italia, nell’agosto 1944. Le fotografie ritraggono militari italiani, partigiani slavi, popolazione civile, centri abitati e paesaggi. Si riferiscono, per la quasi totalità, al periodo 1941-1943 e sono state scattate in Montenegro e, più precisamente, a Berane, base della divisione “Venezia”, a Kolasin, Pec, Podgorica e dintorni. La raccolta comprende anche un certo numero di foto di propaganda diffuse dalle forze armate statunitensi, scattate in diversi teatri di guerra (hanno una didascalia sul retro). Il fondo consta in totale di oltre 200 stampe.

Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Asti

Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Alessandria.

Fondo ANPI, serie Decorazioni e onorificenze, b./fasc. 96 «Partigiani in Jugoslavia». Il fascicolo contiene documentazione relativa ai partigiani che hanno combattuto in Jugoslavia durante la guerra di liberazione, e le onorificenze che sono state loro conferite. È presente anche un grosso nucleo di lettere da e per il console jugoslavo in Italia.

Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola (Novara)

Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese, in Valsesia (Varallo [VC]).

Fondo Ferraris Luigi. Il fondo contiene documentazione raccolta e conservata dal capitano Luigi Ferraris. È composto di 6 fascicoli intitolati «Divisione Italiana Garibaldi (Jugoslavia)», relativi all’attività della Divisione; 1 «Articoli»; 1 «Diario di Luigi Ferraris»; 3 «Associazione Nazionale Reduci Garibaldini “Giuseppe Garibaldi”»; 1 «Comitato nazionale Reduci dalla Prigionia».

Liguria

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Imperia

Lombardia

Istituto di Storia contemporanea (Como).

Cartella Resistenza all’Estero, fascicoli dalla A alla Z nominativi dei Comuni in ordine alfabetico.

Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea (Bergamo).

Fondazione “Luigi Micheletti” (Brescia). Non esistono fondi specifici. Non si può del tutto escludere che si trovino informazioni nel resto dell’archivio.

Veneto

Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della Società contemporanea (Venezia)

Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea (Verona).

Fondo ANPI, b. 7, fasc. 3 «Partigiani Estero»; fasc. 4 «Documenti partigiani all’estero» (il fasc. 5 contiene l’indice dei documenti conservati nei due precedenti fascicoli).

Fascicolo 3: Elenco dei partigiani di Verona e provincia riconosciuti combattenti nelle formazioni all’estero, prodotto dall’ANPI, Comitato provinciale di Verona; brigate operanti nel Basso Veronese con elenco dei caduti; comunicazioni relative a convegni dell’ANPI: elenchi dei partigiani combattenti all’estero invitati ad una riunione il 9 gennaio 1955, appunti manoscritti di un convegno del 14 novembre sui partigiani all’estero, indicazioni per il convegno dei Partigiani all’Estero a Firenze il 29 e 30 gennaio, convegno in occasione del decennale della resistenza il 13 e 14 novembre 1955; Comunicazioni tra l’ANPI Verona e il Ministero della Difesa sull’indennità per gli ex prigionieri di guerra; Nominativi dei partigiani invitati alla riunione del 3 febbraio 1952; Elenco di partigiani beneficiari dell’indennità, con requisiti da accertare.

Fascicolo 4: Copie del foglio matricolare dell’Ufficio reclutamento, Sezione matricola sottufficiali e truppa, del Distretto militare di Verona con riconoscimento della qualifica di “partigiano combattente”, e certificati di cittadinanza e dichiarazione integrativa per l’attribuzione dei benefici.

Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’Età contemporanea (Belluno)

L’Istituto non conserva materiale specifico inerente i partigiani bellunesi all’estero. Viene segnalato il volume Franco Comin, Silvia Comin (a cura di), Il coraggio e la passione. Partigiani e patrioti riconosciuti nel Bellunese e militari bellunesi riconosciuti partigiani all’estero, Isbrec, Belluno 2023, dove l’unica fonte utilizzata è stata il Ricompart.

Trentino Alto Adige

Fondazione Museo storico del Trentino (Trento)

All’interno de I militari trentini nella seconda guerra mondiale, una ricerca visitabile online (https://900trentino.museostorico.it/) volta a raccogliere, sulla base dei fogli matricolari conservati presso l’Archivio di stato di Trento, i dati dei soldati trentini che hanno partecipato alle guerre dal 1935 al 1945 e che attualmente ha censito circa 35.000 militari, è stata in campo una ricerca parallela, che s’interseca con la prima, riguardante la Resistenza dei trentini (1943-1945): è una sorta di censimento dei partigiani e patrioti trentini attivi in Trentino, in Italia e all’estero, a partire dall’8 settembre 1943. Quest’ultima indagine utilizza più fonti: la documentazione della Commissione patrioti provinciale di Trento, le schede Anpi, le informazioni desunte dai fogli matricolari e i dati forniti dal portale Partigiani d’Italia.

Ad oggi, abbiamo rilevato poco più di 130 soldati trentini combattenti nei Balcani all’indomani dell’Armistizio: di questi, la maggior parte entra nei ranghi dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo e specialmente nelle formazioni italiane, Divisioni Garibaldi e Italia. Quindi, in caso vi servissero, abbiamo anche i dati pregressi all’esperienza resistenziale in Jugoslavia nonché alcune foto (in formato tessera) di alcuni trentini reduci dalla guerra di Liberazione nei Balcani tratte dalle schede Anpi.

Non sono disponibili informazioni sui partigiani originari della provincia di Bolzano.

Friuli Venezia Giulia

Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Trieste)

Raccolta Documenti per la storia del Novecento in Venezia Giulia, n. 1615, manifesto celebrativo a stampa della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi. Necessarie ulteriori verifiche, anche in altri fondi (a partire dalle schede personali di partigiani presenti nel fondo ANPI provinciale di Gorizia), tenendo conto che l’Istituto non conserva fondi specifici dedicati ai partigiani italiani in Jugoslavia.

Emilia Romagna

Istituto storico Parri Bologna metropolitana

Fondi ANPI provinciale di Bologna e Commissione regionale riconoscimento qualifica partigiani Emilia Romagna.

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea Parma

[Fondo] Archivio post-1945 – Sezione IV, b. 12 «Caduti», fasc. 1 «I Caduti della Resistenza di Parma»; contiene anche elenchi e documentazione inerente i partigiani parmensi caduti all’estero.

[Ivi, b. 11 «Biografie Caduti», fasc. 59 «Gino Canetti»; cc. 1 notizie biografiche alla MOVM alla memoria Gino Canetti, capitano del 119° reggimento fanteria della divisione “Emilia”, morto in battaglia contro i tedeschi presso le Bocche di Cattaro il 14/09/1943].

Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia

Istituto storico di Modena

Centro imolese documentazione Resistenza antifascista e Storia contemporanea (Imola).

Istituto per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena

Fondo Archivio di Ovidio Gardimi

Si tratta di documenti della Resistenza italiana in Jugoslavia e di materiale prodotto e raccolto da Gardini inerente la storia della stessa. Contiene due album fotografici della Brigata garibaldina “Italia”, con fotografie databili tra il 1943 e il 1945. Ovidio Gardini (Faenza, 1920-Forlì, 1999) residente a Forlì fin dalla giovinezza, dagli anni Trenta partecipa all’attività del gruppo antifascista denominato “Torna caro ideal”. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale viene arruolato con grado di sottotenente del 25° Reggimento Fanteria “Bergamo”, operante in Jugoslavia. L’8 settembre 1943, all’annuncio dell’Armistizio, è tra i primi ad organizzare la resistenza degli italiani contro il nazifascismo e ad unirsi alle formazioni partigiane di quel paese. Diventa comandante della 3ª Brigata Partigiana “Goffredo Mameli” della Divisione Garibaldina d’Assalto “Italia”. Terminata la guerra, è decorato di Medaglia d’argento al Malore e merito e promosso, a titolo onorifico, Tenente Colonnello. Rientra in Italia nel giugno 1945.

Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini

Toscana

Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Firenze)

Come da indicazione del direttore e degli archivisti dell’Istituto, non risultano fondi strutturati specificamente dedicati alla “Garibaldi”.

Fondo ANPI di Sesto Fiorentino, b. 1 [unica], fasc. «IV Brigata Garibaldi – Jugoslavia (prov. Livio Scacciati)» [21 luglio 1944-18 gennaio 1945, cc. 32]. Conserva dattiloscritti su carta intestati relativi a ricompense al Valore militare concesse dagli ufficiali il 18 gennaio 1945; articolo di giornale: “Quelli della Garibaldi”, tratto dall’Unione del circolo italiano Garibaldi di Tirana; una trascrizione di Soldati della divisione Venezia, a firma di Livio Scacciati; una biografia/autobiografia di Livio Scacciati; una pagina del giornale “L’Azione Comunista”,21 luglio 1944.

[Livio Scacciati non risulta nel nostro DB; riconosciuto Partigiano combattente dalla Commissione Estero del Ricompart: Posizione 699/J/295 – Scacciati Livio di Serafino – nato 1917 – P. 8205].

L’archivio dell’Istituto conserva anche i fondi ANPI di Siena, Grosseto e Firenze. È sicuramente necessaria una verifica di quest’ultimo, sebbene non ordinato.

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia

Fondo Garibaldini. Sezione di Pistoia [bb. 8 e altri raccoglitori, cfr. file a parte].

Stefano Bartolini, direttore dell’ISRPt, ricorda l’esistenza, da verificare, in questo fondo (che è fra quelli non ancora inventariati nell’archivio Isrpt) dei verbali degli interrogatori a cui venivano sottoposti gli effettivi della divisione al momento del rientro in Italia, a Brindisi. Si tenga conto che una parte significativa del materiale presente nell’archivio ISRPt è ancora in attesa di ordinamento e inventariazione, perciò è presumibile che ve ne sia altro dedicato alla “Garibaldi”

N.B. La divisione “Venezia” aveva una delle sue sedi a Pistoia.

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca

Fondo Resistenza, serie Estero (documentazione su Albania e Jugoslavia).

Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Grosseto)

Fondo ANPI provinciale di Grosseto, serie II – Pratiche di riconoscimento; elenchi partigiani e patrioti; elenchi caduti; relazioni bande e ruolini forza.

Istituto storico della Resistenza senese e dell’Età contemporanea (Siena)

Fondo ANPI, serie Partigiani, combattenti e perseguitati politici, Combattenti all’estero, bb. 3.

Marche

Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nelle Marche (Ancona)

Fondo ANPI provinciale di Ancona [bb.3, fasc. 15], fasc. «Partigiani all’estero (elenchi – corrispondenza – carteggio vario)».

Istituto di Storia contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino

È in procinto di essere interamente trasferito in Istituto il fondo archivistico dell’ANPI provinciale di Pesaro, suddiviso in una parte cartacea e in una fotografica. Sicuramente nella prima, probabilmente anche nella seconda, contiene documentazione inerente la “Garibaldi”. Il fondo dovrà comunque essere ordinato e inventariato.

Umbria

Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Perugia)

Fondo ANPI Terni, serie Resistenza/Liberazione, b. 7 «Onorificenze jugoslave», fasc. 1 «Partigiani in Jugoslavia: conferimento di una medaglia ricordo da parte della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia [1972-1980, cc. 109]; fasc. 2 «Diplomi e medaglie jugoslave» [1974-1989, cc. 65].

Ivi, b. 8 «Resistenza/Liberazione», fasc. 1 «“Partigiani all’estero”: rubrica [s.d., cc. 35]; fasc. 2 «“Partigiani all’estero”: elenchi nominativi riferiti ai Comuni della Provincia di Terni e ad altri Comuni dell’Umbria» [1969-1989, cc. 105]; fasc. 3 «“Partigiani all’estero”: carte sciolte» [1945-1989, cc. 17]; da verificare anche fasc. 9 «Pratiche per il “riconoscimento della qualifica del partigiani”» [1944-1994, cc. 163].

Il neonato Istituto, che ha come referente il prof. Maurizio Ridolfi e sede presso l’Università della Tuscia, non ha ancora un sito web. Essendo stato costituito nel 2024, si dubita possa avere un patrimonio archivistico già ordinato e inventariato.

Campania

Istituto campano per la storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea (Napoli)

Calabria

Istituto calabrese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia contemporanea (Cosenza)

Fondo ANPI, b. 6 «Elenco partigiani», vari elenchi – anche a seconda del Comune di provenienza o di attuale residenza – con indicazione della formazione di appartenenza (fra le quali la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi).

  1. Nel caso del cap. mag. Donato Agostinelli il Ricompart stesso presenta l’alternativa fra il 1913 e il 1920 come anno di nascita.
    ↩︎
  2. Sono confermati rispetto al DB 2021 i 4 casi in cui il grado non è identificabile e gli altrettanti registrati come «Civile militarizzato». ↩︎